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sabato 18 aprile 2009

La previsione dei terremoti con la tecnica del radon - IL SOLE 24 ORE



Sab. 18.04.2009 - Da "Il Sole 24 Ore .com" (06.04.2009), di Elisabetta Durante, giornalista scientifica.

" Venerdi 27 marzo le macchine cominciano a segnalare un'attività anomala, com'era accaduto nel 2002, alla vigilia del terremoto di S. Giuliano, nel 2003 prima del sisma sui Monti Frentani, nel 2004 ad Ascoli Piceno ecc. I picchi arrivano giovedi 2 e venerdi 3 aprile. xxx

Le misure effettuate dal tecnico dell'Inaf Giampaolo Giuliani nei giorni precedenti il terremoto dell'Aquila appartengono ad una serie di osservazioni iniziate parecchi anni fa e condivise con i fisici Victor Aleeksenco, direttore negli anni '70 del laboratorio russo underground di Baksan, e Nicola Zaccheo, all'epoca ricercatore alla Caltech University di Pasadena (vedi Il Sole 24 Ore del 10-6-2005):
risale a otto anni fa, infatti, la messa a punto del primo apparato rivelatore, con cui si decide di analizzare il fenomeno delle emissioni del radon, un gas che si libera dal sottosuolo in particolari situazioni d'instabilità e che si sospetta legato ai terremoti.
Il fenomeno, va precisato, è già noto da tempo e ben descritto in un lavoro svolto da Chu King per lo U.S Geological Survey.

Ma la previsione dei terremoti è materia difficile, su cui ci si deve muovere con i piedi di piombo: se si annuncia un terremoto, bisogna anche dire quando, dove, quanto, e una generica stranezza nel comportamento del radon non basta. Anche a voler essere cauti, però, le misure di Giuliani sono tali e tante che un paese ad altissimo rischio sismico dovrebbe prenderlo in considerazione e lavorarci seriamente sopra.
Tutto si basa su un particolare algoritmo ed un rivelatore di tipo innovativo, derivato dalla Fisica delle particelle, che segnala gli spike-likes, picchi istantanei tipici del radon: picchi che sembra si siano sempre prodotti finora nell'area interessata e nell'imminenza di scosse (poi puntualmente registrate dall'Ingv).

Non è un caso che di mezzo ci sia la Caen, industria toscana con sedi operative negli Usa, che sui grandi esperimenti di Fisica ha costruito la sua fortuna. La Caen si è occupata per vari anni dell'ottimizzazione del sistema radon e dell'analisi dei dati, sperando di avviare un programma di ricerca con le autorità del settore e di sperimentare la tecnologia su scala maggiore: "La nostra idea –spiega il Presidente Marcello Givoletti- era quella di costruire una rete di sensori nei territori a più alto rischio. Ma dopo anni di lavoro, ci siamo dovuti arrendere: poiché la nostra proposta non aveva seguito, abbiamo deciso di sospendere gli sforzi e gli investimenti, e abbiamo affidato gli strumenti a Giampaolo Giuliani, restando però sempre al corrente dei dati, fino a quelli della scorsa settimana".

A credere che la strada del radon sia degna di essere percorsa è anche Giacomo Cuttone, che presiede la commissione scientifica nazionale V dell'Infn: "Quello che serve per valutare l'efficacia del metodo e l'efficienza del sistema, è anzitutto una rete in grado di effettuare le misure del radon in continuità e su vasta area, e quindi un team interdisciplinare che integri competenze come le nostre nel campo dei rivelatori, con altre competenze tra cui quelle che fortunatamente il nostro paese possiede in campo geosismologico."

(*) giornalista scientifica
DISTI, Distretto dell'Informazione Scientifica e Tecnologica " xxx

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