la libertà non ha appartenenza, è conoscenza, è rispetto per gli altri e per sé

"Chi riceve di più, riceve per conto di altri; non è né più grande, né migliore di un altro: ha solo maggiori responsabilità. Deve servire di più. Vivere per servire"
(Hélder Câmara - Arcivescovo della Chiesa cattolica)

mercoledì 24 giugno 2009

Berlusconi e la Chiesa, lettera di un prete al suo vescovo.


Mer. 24.06.2009 - Da "la Repubblica.it", di Don Paolo Farinella, prete e biblista della diocesi di Genova, lettera scritta al suo vescovo e cardinale Angelo Bagnasco.

" Egregio sig. Cardinale,

viviamo nella stessa città e apparteniamo alla stessa Chiesa: lei vescovo, io prete. Lei è anche capo dei vescovi italiani, dividendosi al 50% tra Genova e Roma. A Genova si dice che lei è poco presente alla vita della diocesi e probabilmente a Roma diranno lo stesso in senso inverso. E' il destino dei commessi viaggiatori e dei cardinali a percentuale. Con questo documento pubblico, mi rivolgo al 50% del cardinale che fa il Presidente della Cei, ma anche al 50% del cardinale che fa il vescovo di Genova perché le scelte del primo interessano per caduta diretta il popolo della sua città. xxx

Ho letto la sua prolusione alla 59a assemblea generale della Cei (24-29 maggio 2009) e anche la sua conferenza stampa del 29 maggio 2009. Mi ha colpito la delicatezza, quasi il fastidio con cui ha trattato - o meglio non ha trattato - la questione morale (o immorale?) che investe il nostro Paese a causa dei comportamenti del presidente del consiglio, ormai dimostrati in modo inequivocabile: frequentazione abituale di minorenni, spergiuro sui figli, uso della falsità come strumento di governo, pianificazione della bugia sui mass media sotto controllo, calunnia come lotta politica.

Lei e il segretario della Cei avete stemperato le parole fino a diluirle in brodino bevibile anche dalle novizie di un convento. Eppure le accuse sono gravi e le fonti certe: la moglie accusa pubblicamente il marito presidente del consiglio di "frequentare minorenni", dichiara che deve essere trattato "come un malato", lo descrive come il "drago al quale vanno offerte vergini in sacrificio". Le interviste pubblicate da un solo (sic!) quotidiano italiano nel deserto dell'omertà di tutti gli altri e da quasi tutta la stampa estera, hanno confermato, oltre ogni dubbio, che il presidente del consiglio ha mentito spudoratamente alla Nazione e continua a mentire sui suoi processi giudiziari, sull'inazione del suo governo. Una sentenza di tribunale di 1° grado ha certificato che egli è corruttore di testimoni chiamati in giudizio e usa la bugia come strumento ordinario di vita e di governo. Eppure si fa vanto della morale cattolica: Dio, Patria, Famiglia. In una tv compiacente ha trasformato in suo privato in un affaire pubblico per utilizzarlo a scopi elettorali, senza alcun ritegno etico e istituzionale.

Lei, sig. Cardinale, presenta il magistero dei vescovi (e del papa) come garante della Morale, centrata sulla persona e sui valori della famiglia, eppure né lei né i vescovi avete detto una parola inequivocabile su un uomo, capo del governo, che ha portato il nostro popolo al livello più basso del degrado morale, valorizzando gli istinti di seduzione, di forza/furbizia e di egoismo individuale. I vescovi assistono allo sfacelo morale del Paese ciechi e muti, afoni, sepolti in una cortina di incenso che impedisce loro di vedere la "verità" che è la nuda "realtà". Il vostro atteggiamento è recidivo perché avete usato lo stesso innocuo linguaggio con i respingimenti degli immigrati in violazione di tutti i dettami del diritto e dell'Etica e della Dottrina sociale della Chiesa cattolica, con cui il governo è solito fare i gargarismi a vostro compiacimento e per vostra presa in giro. Avete fatto il diavolo a quattro contro le convivenze (Dico) e le tutele annesse, avete fatto fallire un referendum in nome dei supremi "principi non negoziabili" e ora non avete altro da dire se non che le vostre paroline sono "per tutti", cioè per nessuno.

Il popolo credente e diversamente credente si divide in due categorie: i disorientati e i rassegnati. I primi non capiscono perché non avete lesinato bacchettate all'integerrimo e cattolico praticante, Prof. Romano Prodi, mentre assolvete ogni immoralità di Berlusconi.
Non date forse un'assoluzione previa, quando vi sforzate di precisare che in campo etico voi "parlate per tutti"? Questa espressione vuota vi permette di non nominare individualmente alcuno e di salvare la capra della morale generica (cioè l'immoralità) e i cavoli degli interessi cospicui in cui siete coinvolti: nella stessa intervista lei ha avanzato la richiesta di maggiori finanziamenti per le scuole private, ponendo da sé in relazione i due fatti. E' forse un avvertimento che se non arrivano i finanziamenti, voi siete già pronti a scaricare il governo e l'attuale maggioranza che sta in piedi in forza del voto dei cattolici atei? Molti cominciano a lasciare la Chiesa e a devolvere l'8xmille ad altre confessioni religiose: lei sicuramente sa che le offerte alla Chiesa cattolica continuano a diminuire; deve, però, sapere che è una conseguenza diretta dell'inesistente magistero della Cei che ha mutato la profezia in diplomazia e la verità in servilismo.

I cattolici rassegnati stanno ancora peggio perché concludono che se i vescovi non condannano Berlusconi e il berlusconismo, significa che non è grave e passano sopra a stili di vita sessuale con harem incorporato, metodo di governo fondato sulla falsità, sulla bugia e sull'odio dell'avversario pur di vincere a tutti i costi. I cattolici lo votano e le donne cattoliche stravedono per un modello di corruttela, le cui tv e giornali senza scrupoli deformano moralmente il nostro popolo con "modelli televisivi" ignobili, rissosi e immorali.

Agli occhi della nostra gente voi, vescovi taciturni, siete corresponsabili e complici, sia che tacciate sia che, ancora più grave, tentiate di sminuire la portata delle responsabilità personali. Il popolo ha codificato questo reato con il detto: è tanto ladro chi ruba quanto chi para il sacco. Perché parate il sacco a Berlusconi e alla sua sconcia maggioranza? Perché non alzate la voce per dire che il nostro popolo è un popolo drogato dalla tv, al 50% di proprietà personale e per l'altro 50% sotto l'influenza diretta del presidente del consiglio? Perché non dite una parola sul conflitto d'interessi che sta schiacciando la legalità e i fondamentali etici del nostro Paese? Perché continuate a fornicare con un uomo immorale che predica i valori cattolici della famiglia e poi divorzia, si risposa, divorzia ancora e si circonda di minorenni per sollazzare la sua senile svirilità? Perché non dite che con uomini simili non avete nulla da spartire come credenti, come pastori e come garanti della morale cattolica? Perché non lo avete sconfessato quando ha respinto gli immigrati, consegnandoli a morte certa?

Non è lo stesso uomo che ha fatto un decreto per salvare ad ogni costo la vita vegetale di Eluana Englaro? Non siete voi gli stessi che difendete la vita "dal suo sorgere fino al suo concludersi naturale"? La vita dei neri vale meno di quella di una bianca? Fino a questo punto siete stati contaminati dall'eresia della Lega e del berlusconismo? Perché non dite che i cattolici che lo sostengono in qualsiasi modo, sono corresponsabili e complici dei suoi delitti che anche l'etica naturale condanna? Come sono lontani i tempi di Sant'Ambrogio che nel 390 impedì a Teodosio di entrare nel duomo di Milano perché "anche l'imperatore é nella Chiesa, non al disopra della Chiesa". Voi onorate un vitello d'oro.

Io e, mi creda, molti altri credenti pensiamo che lei e i vescovi avete perduto la vostra autorità e avete rinnegato il vostro magistero perché agite per interesse e non per verità. Per opportunismo, non per vangelo. Un governo dissipatore e una maggioranza, schiavi di un padrone che dispone di ingenti capitali provenienti da "mammona iniquitatis", si è reso disposto a saldarvi qualsiasi richiesta economica in base al principio che ogni uomo e istituzione hanno il loro prezzo. La promessa prevede il vostro silenzio che - è il caso di dirlo - è un silenzio d'oro? Quando il vostro silenzio non regge l'evidenza dell'ignominia dei fatti, voi, da esperti, pesate le parole e parlate a suocera perché nuora intenda, ma senza disturbarla troppo: "troncare, sopire ... sopire, troncare".

Sig. Cardinale, ricorda il conte zio dei Promessi Sposi? "Veda vostra paternità; son cose, come io le dicevo, da finirsi tra di noi, da seppellirsi qui, cose che a rimestarle troppo ... si fa peggio. Lei sa cosa segue: quest'urti, queste picche, principiano talvolta da una bagattella, e vanno avanti, vanno avanti... A voler trovarne il fondo, o non se ne viene a capo, o vengon fuori cent'altri imbrogli. Sopire, troncare, padre molto reverendo: troncare, sopire" (A. Manzoni, Promessi Sposi, cap. IX). Dobbiamo pensare che le accuse di pedofilia al presidente del consiglio e le bugie provate al Paese siano una "bagatella" per il cui perdono bastano "cinque Pater, Ave e Gloria"? La situazione è stata descritta in modo feroce e offensivo per voi dall'ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, che voi non avete smentito: "Alla Chiesa molto importa dei comportamenti privati. Ma tra un devoto monogamo [leggi: Prodi] che contesta certe sue direttive e uno sciupa femmine che invece dà una mano concreta, la Chiesa dice bravo allo sciupa femmine. Ecclesia casta et meretrix" (La Stampa, 8-5-2009).

Mi permetta di richiamare alla sua memoria, un passo di un Padre della Chiesa, l'integerrimo sant'Ilario di Poitier, che già nel sec. IV metteva in guardia dalle lusinghe e dai regali dell'imperatore Costanzo, il Berlusconi cesarista di turno: "Noi non abbiamo più un imperatore anticristiano che ci perseguita, ma dobbiamo lottare contro un persecutore ancora più insidioso, un nemico che lusinga; non ci flagella la schiena ma ci accarezza il ventre; non ci confisca i beni (dandoci così la vita), ma ci arricchisce per darci la morte; non ci spinge verso la libertà mettendoci in carcere, ma verso la schiavitù invitandoci e onorandoci nel palazzo; non ci colpisce il corpo, ma prende possesso del cuore; non ci taglia la testa con la spada, ma ci uccide l'anima con il denaro" (Ilario di Poitiers, Contro l'imperatore Costanzo 5).

Egregio sig. Cardinale, in nome di quel Dio che lei dice di rappresentare, ci dia un saggio di profezia, un sussurro di vangelo, un lampo estivo di coerenza di fede e di credibilità. Se non può farlo il 50% di pertinenza del presidente della Cei "per interessi superiori", lo faccia almeno il 50% di competenza del vescovo di una città dove tanta, tantissima gente si sta allontanando dalla vita della Chiesa a motivo della morale elastica dei vescovi italiani, basata sul principio di opportunismo che è la negazione della verità e del tessuto connettivo della convivenza civile.

Lei ha parlato di "emergenza educativa" che è anche il tema proposto per il prossimo decennio e si è lamentato dei "modelli negativi della tv". Suppongo che lei sappia che le tv non nascono sotto l'arco di Tito, ma hanno un proprietario che è capo del governo e nella duplice veste condiziona programmi, pubblicità, economia, modelli e stili di vita, etica e comportamenti dei giovani ai quali non sa offrire altro che la prospettiva del "velinismo" o in subordine di parlamentare alle dirette dipendenze del capo che elargisce posti al parlamento come premi di fedeltà a chi si dimostra più servizievole, specialmente se donne. Dicono le cronache che il sultano abbia gongolato di fronte alla sua reazione perché temeva peggio e, se lo dice lui che è un esperto, possiamo credergli. Ora con la benedizione del vostro solletico, può continuare nella sua lasciva intraprendenza e nella tratta delle minorenni da immolare sull'altare del tempio del suo narcisismo paranoico, a beneficio del paese di Berlusconistan, come la stampa inglese ha definito l'Italia.

Egregio sig. Cardinale, possiamo sperare ancora che i vescovi esercitino il servizio della loro autorità con autorevolezza, senza alchimie a copertura dei ricchi potenti e a danno della limpidezza delle verità come insegna Giovanni Battista che all'Erode di turno grida senza paura per la sua stessa vita: "Non licet"? Al Precursore la sua parola di condanna costò la vita, mentre a voi il vostro "tacere" porta fortuna.

In attesa di un suo riscontro porgo distinti saluti.

Genova 31 maggio 2009
Paolo Farinella, prete

(24 giugno 2009) " xxx

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venerdì 19 giugno 2009

Giordano, sulla poltrona di Indro Montanelli

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giovedì 18 giugno 2009

Ddl intercettazioni, Scarpinato: Il Paese messo a tacere


Roberto Scarpinato con la scorta-->
Gio. 18.06.2009 - Dal sito "MicroMega" (11.06.2009), il testo della prefazione al volume di Gianni Barbacetto "Se telefonando. Le intercettazioni che non leggerete mai più", pubblicato da Melampo Editore.

" di Roberto Scarpinato, procuratore aggiunto presso la Procura antimafia di Palermo

Le vicende emerse dalle intercettazioni in tanti processi hanno messo a nudo una inquietante trasversalità nella gestione di affari poco puliti. Credo che non sia un caso che le intercettazioni siano diventate un punto di attacco fondamentale da parte del mondo politico. Ormai si è costruito un sistema di omertà blindato. Testimoni non se ne trovano più, le poche persone che hanno osato raccontare alla magistratura i misfatti dei potenti hanno dovuto subire una via crucis che non ha risparmiato neanche i loro affetti più personali. Collaboratori di rango sono venuti meno, restano collaboratori che raccontano episodi di criminalità da strada. xxx

Magistrati che osano indagare sui potenti sono sottoposti a procedimenti disciplinari e trasferiti di ufficio con procedure discutibili.
Oggi l’unico momento di visibilità del modo in cui viene realmente esercitato il potere sono rimaste le intercettazioni;
solo le macchine (le microspie) ci consentono di ascoltare in diretta la vera e autentica voce del potere. Le intercettazioni sono rimaste l’ultimo tallone di Achille di un potere che nel tempo ha sempre più circondato di segreto il proprio operato, perché l’opposizione è venuta meno al proprio compito, il giornalismo indipendente è emarginato e non ha più spazi nella televisione, la magistratura rischia di divenire sempre più addomesticata.

Ed ecco perché la riforma delle intercettazioni deve passare, perché
da quel momento in poi non sarà più possibile sapere quello che succede in questo Paese dietro le quinte: in quel fuori-scena dove, come la lezione della Storia ha dimostrato, si mettono a punto accordi segreti e inconfessabili, che riducono la politica visibile a una “messa in scena” per cittadini ignari, trattati come eterni minorenni ai quali celare la realtà della macchina del potere. La magistratura sarà privata di strumenti di indagine fondamentali e il vecchio tormentone sulle toghe rosse non ci sarà più, perché non ci saranno né toghe rosse, né toghe nere, né toghe di centro.

Io e i miei colleghi assistiamo sgomenti a quello che sta accadendo, perché ci siamo battuti in questi anni con tutte le nostre forze per arginare l’avanzare della criminalità mafiosa e della criminalità del potere, e renderci conto che si stanno facendo saltare gli ultimi anticorpi, che ci stanno disarmando, che si rischia di consegnare il Paese alla criminalità è qualcosa che ci lascia interdetti e ci fa interrogare sul senso del sacrificio di quelli che prima di noi hanno perduto la propria vita per difendere la tenuta democratica del Paese.

Vi confesso che da qualche tempo ho difficoltà a partecipare, il 23 maggio e il 19 luglio, alle cerimonie per l’anniversario della strage di Capaci e di via D’Amelio, perché quando vedo tra le prime fila a rappresentare lo Stato taluni personaggi sotto processo o condannati per mafia o per corruzione, io non mi sento di poter stare in quella stessa chiesa, non mi sento di poter stare in quello stesso palazzo. E mi chiedo: ma come potranno i nostri ragazzi credere in uno Stato che si presenta con queste facce?

Allora altro che toghe rosse.
Io credo che se questa partita delle intercettazioni sarà perduta non avremo soltanto una pessima riforma processuale, ma avremo uno squilibrio dei poteri in Italia. È strano che una riforma processuale possa acquisire uno spessore di carattere costituzionale, ma ciò avviene perché siamo in una situazione di patologia della democrazia.
In una situazione fisiologica esistono tutta una serie di anticorpi che consentono di controbilanciare gli abusi del potere: c’è un’opposizione parlamentare, c’è un giornalismo libero e indipendente, c’è una separazione dei poteri.
Io credo che in un Paese come questo, in cui tutti gli anticorpi sono stati disinnescati e dove soltanto le macchine, le microspie svolgono una funzione di opposizione e di visibilità democratica, quando anche le macchine saranno messe a tacere, il Paese sarà messo a tacere.

(11 giugno 2009) " xxx

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domenica 14 giugno 2009

Indagato per favoreggiamento di "cosa nostra" il vicepresidente della Commissione antimafia, Carlo VIZZINI, senatore PDL


Carlo Vizzini -->

Dom. 14.06.2009 - Da "la Repubblica.it" (11.06.2009).

" Indagini sul tesoro di Ciancimino
Vizzini si dimette dall'Antimafia

Il senatore Pdl è indagato per concorso in corruzione aggravata dal favoreggiamento di Cosa Nostra con altri tre parlamentari siciliani, i senatori dell'Udc Salvatore Cuffaro e Salvatore Cintola e il deputato dell'Udc Saverio Romano

di Alessandra Ziniti xxx

Dovranno spiegare ai pm della Dda di Palermo a che titolo hanno intascato quei soldi provenienti dal conto "Mignon" dove Vito Ciancimino nascondeva le sue provviste. Soldi prelevati dal figlio di don Vito, Massimo, per conto di Gianni Lapis, il tributarista accusato di aver gestito il tesoro dell’ex sindaco di Palermo. Insieme all’avviso di garanzia per concorso in corruzione con l’a ggravante dell’articolo 7, cioè di aver favorito Cosa nostra, Carlo Vizzini (nella foto), del Pdl, Saverio Romano, Salvatore Cuffaro e Salvatore Cintola, dell’Udc, i quattro parlamentari finiti nel gran calderone dell’ultima inchiesta eccellente della Procura di Palermo hanno ricevuto un avviso a comparire per il prossimo 17 giugno.

L’indagine aperta a loro carico, dopo le dichiarazioni rese da Massimo Ciancimino nella sua nuova veste di collaboratore di giustizia, era stata anticipata da "Repubblica" il 14 marzo scorso. Ma alcuni degli indagati, su tutti il senatore Vizzini, aveva respinto le accuse, precipitandosi in Procura per annunciare subito dopo di aver denunciato Ciancimino e di aver ricevuto assicurazioni di non essere indagato.

Oggi, invece, dopo aver ricevuto ieri a tarda sera l’informazione di garanzia, Vizzini ha rassegnato le sue dimissioni dalla Commissione antimafia di cui era vicepresidente. "Ho la serenità di chi sa di essere estraneo ad ipotesi di reato e di potere compiutamente rispondere ai magistrati. Adesso si potrà fare luce sulle verità, mettendo fine al lungo e spesso velenoso chiacchiericcio che negli ultimi mesi mi ha accompagnato". Saverio Romano, segretario dell’Udc siciliana, appena eletto al Parlamento europeo, commenta così il provvedimento giudiziario: "L'avviso di garanzia che ho ricevuto qualche mese fa attraverso i giornalisti di Repubblica e oggi formalmente dalla Procura di Palermo mi lascia del tutto sereno perche' so di non avere mai intrattenuto rapporti di alcun genere con Ciancimino".


Secondo le accuse di Massimo Ciancimino, il denaro proveniente dal conto veniva distribuito ai capi partito o ai capi corrente, che poi avevano il compito di agevolare l'aggiudicazione degli appalti e la concessione dei lavori per la metanizzazione nei vari paesi dell'isola. A riscontro delle dichiarazioni del figlio di Don Vito, ci sono anche parziali ammissioni del tributarista Lapis, già raggiunto da avviso di garanzia due mesi fa, ma anche documenti, intercettazioni ambientali e telefoniche che sono state rilette dagli investigatori dei carabinieri di Monreale e che ora saranno trasmesse al Parlamento insieme alla richiesta di utilizzazione.
(11 giugno 2009) " xxx

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L'Acqua del rubinetto, riscopriamola anche alla luce di nuove tecnologie



Dom. 14.06.2009 - Da "la Repubblica.it" (13.06.2009).

" L'acqua fai da te
Liscia, gassata o artificiale?
È la rivincita dell'acqua del rubinetto. In molte mense scolastiche ricomparsa la caraffa. Mineracqua ammette: con la crisi abbiamo avuto l'1,7% di vendite in meno

MILANO - "Mille litri, un euro". Un sorriso sotto i baffi, i soliti capelli un po' ribelli e una caraffa in mano, Massimo Cacciari - primo cittadino di Venezia - si è messo in affari. Siamo in recessione, gli italiani (e i Comuni) hanno in tasca pochi soldi. E lui ha fiutato il business: vende acqua. "Acqua Veritas, l'acqua del sindaco - dice riempiendosi un bicchierone nella pubblicità finita persino sulle pagine del New York Times. xxx

Buona, sicura e controllata ogni giorno". Oro blu che parte da sorgenti vicine ai pozzi della concorrente San Benedetto (butta lì il quotidiano Usa) e sgorga nei rubinetti di tutte le case della laguna.
Dopo una sbornia di minerale lunga quasi vent'anni, con i consumi di gasata e naturale cresciuti da 65 a 192 litri pro capite, l'Italia - Cacciari in testa - è tornata all'acqua fai-da-te. Basta bottiglie di plastica (smaltirle a Venezia costa quasi 250 euro a tonnellata).

Basta spese inutili. Il Belpaese ha rispolverato le brocche, scoperto le caraffe filtranti - "le vendite sono decollate", dicono alla Laica, numero uno del settore - ed è riapprodato all'autarchia idrica. Venezia - dove la campagna di Veritas (la municipalizzata locale) ha fatto aumentare del 4% il numero dei cittadini che bevono acqua di rubinetto - non è sola. L'Acea a Roma, l'Acquedotto Pugliese e quello lucano hanno "etichettato" il loro prodotto come fosse una "griffe" da ristorante due stelle Michelin.

Presentando sui propri siti le analisi organolettiche e il contenuto in minerali garantito da migliaia (350mila nella capitale) controlli l'anno. L'acqua naturale è riapparsa dopo un decennio sui tavoli delle mense scolastiche di Roma, Milano, Firenze e Bologna. Perugia, Abbiategrasso, Monterotondo, Cusano Milanino e tanti altri piccoli centri d'Italia hanno installato fontanelle pubbliche d'acqua gasata per placare la sete dei loro cittadini. A Torino e in Piemonte è partita la campagna Tvb. Non il melenso e abusato "ti voglio bene" da sms, ma "ti voglio bere", lo slogan che ha portato in centinaia di asili ed elementari della regione le borracce griffate e gli opuscoli che hanno accompagnato il ritorno della bevanda più vecchia del mondo a pranzo, evitando di riempire le discariche sabaude di 22 mila bottiglie di plastica al giorno.

Economia ed ecologia, in effetti, in questo ritorno al passato della tavola nazionale, vanno a braccetto. "L'acqua del rubinetto costa 500 volte in meno della concorrente industriale - dice Luca Martinelli di Altraeconomia, autore della fortunatissima "Piccola guida al consumo critico dell'acqua" - . Ma come ha capito bene Cacciari garantisce anche un enorme risparmio ambientale". L'Italia produce 12,4 miliardi di bottiglie l'anno consumando 655 mila tonnellate di petrolio, scaricando in aria 910 mila tonnellate di CO2 e in pattumiera 200 mila tonnellate di polietilene, il cui smaltimento (solo un terzo viene riciclato) "è a carico di cittadini ed enti locali". Non solo. Otto litri di minerale su 10 percorrono in camion centinaia di chilometri per arrivare dalla sorgente agli scaffali dei supermercati e sui tavoli dei ristoranti. Bruciando ettolitri di gasolio.

La qualità? "L'acqua del rubinetto non ha niente da invidiare a quella industriale - assicura Martinelli - . Ogni pozzo che garantisce da 100 a 10 mila litri, il fabbisogno di un piccolo capoluogo, è sottoposto a 70 controlli l'anno. Nelle grandi città le verifiche sono decine di migliaia. E una recente sentenza del Tar, ma non ce n'era bisogno, obbliga gli acquedotti pubblici alla trasparenza, pubblicando i risultati di tutti gli esami". I limiti di legge sono rigidi e valgono per tutti.

E non a caso oltre 1.500 ristoranti nel Belpaese hanno aderito senza alcuna remora alla campagna "Imbrocchiamola" di Legambiente, offrendo esplicitamente in menù l'acqua del rubinetto. Liscia e gasata. A garantire le bolle d'anidride carbonica fai-da-te del terzo millennio non sono più Idriz e Frizzina - le magiche polverine degli anni '60 - ma i nuovi gasificatori, diabolici marchingegni che stanno iniziando a conquistare a ritmi vertiginosi le cucine degli italiani.

"Noi abbiamo iniziato a proporli un anno fa - conferma Claudio Tagliapietra, direttore commerciale di Sodastream, uno dei leader sul mercato nazionale -. Ci eravamo posti un obiettivo di vendite che credevano molto ambizioso per il 2009 e l'abbiamo già raggiunto a maggio, viaggiando a 15 mila pezzi al mese". Merito di un mercato immaturo (in Svezia ci sono gasificatori nel 30% delle famiglie, da noi siamo a percentuali da prefisso telefonico) ma anche di una serie di accordi con le amministrazioni locali che si stanno tuffando nel business dell'acqua del sindaco. "A Venezia la Veritas vende a sconto i nostri modelli - conclude Tagliapietra - imputando a rate il costo in bolletta".

L'industria della minerale, 321 marchi, 3,5 miliardi di giro d'affari e 8 mila addetti, ha accusato - com'era inevitabile - l'uno-due della crisi e del revival del rubinetto. "Le nostre vendite sono calate l'anno scorso (-1,7%) per la prima volta in dieci anni - ammette Ettore Fortuna, numero uno di Mineracqua, l'organizzazione di settore - anche perché la gente al supermercato privilegia le etichette meno care, snobbando quelle di fascia alta".

La concorrenza degli acquedotti? "L'acqua di rubinetto e la nostra sono due cose completamente diverse - dice - : noi la recuperiamo in un giacimento sotterraneo profondo, protetto e incontaminato e la imbottigliamo alla fonte. Quella delle municipalizzate ha le provenienze più disparate. Torino la prende in parte dal Po, Firenze dall'Arno, poi la devono trattare, disinfettare e potabilizzare". Uno studio (ancora non pubblicato) commissionato dall'industria e contestato da Legambiente, sostiene Fortuna, "conferma che da un rubinetto su quattro esce acqua con tracce batteriologiche e "contaminanti di origine antropica"".

Tutti in valori ben sotto i limiti massimi previsti dalla legge, però. E nella maggior parte dei casi - dice Martinelli - per colpa della mancata manutenzione degli impianti condominiali: "Le municipalizzate garantiscono un'acqua pura fino al contatore, poi troppo spesso gli amministratori si dimenticano di trattare le cisterne e le autoclavi".

La riscossa del rubinetto non è un fenomeno solo italiano. Michael Bloomberg, sindaco di New York (forte di un acquedotto che attinge a 13 riserve e 3 laghi cristallini), ha impostato buona parte della sua campagna elettorale vincente proprio sull'addio alle minerali (negli Usa se ne beve un po' meno che da noi, anche per la concorrenza delle micidiali bevande zuccherate). Anche se nella patria di Wall Street e del business sono riusciti a mettere in commercio un'etichetta, "Tap'd NY" che vende a 2 dollari a bottiglia l'acqua del rubinetto imbottigliata (e c'è gente che la compra!).

Parigi, che aveva ceduto ai privati i suoi acquedotti, ha fatto marcia indietro pochi mesi fa. La gestione di Veolia e Suez - per il primo cittadino Bertrand Delanoe - aveva peggiorato la qualità idrica e fatto decollare i prezzi. E così il Comune ha ripreso il controllo del servizio.

Tutto il mondo è paese, insomma. L'autarchia idrica, complice la recessione, dilaga. Dalla Tour Eiffel all'Empire State Building, dalle case scandinave alla provincia italiana. Ultimo caso: l'apertura poche settimane fa di un distributore di H20 (si chiama proprio così) sulla strada Regina, due passi dalla villa di George Clooney sul lago di Como. Eroga, gratis, acqua limpida e purissima, liscia o gasata. Tutta prodotta della municipalizzata locale. Quella del comune di Acquaseria. Più di così...

(13 giugno 2009) " xxx

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mercoledì 10 giugno 2009

Beppe Grillo alla Commissione Affari Costituzionali del Senato


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domenica 7 giugno 2009

Piersilvio Berlusconi spiega a Mike perchè essergli grato di averlo cacciato, buon sangue non mente



Dom. 07.06.2009 - Dal "Corriere della Sera.it", di oggi, la lettera aperta di Piersilvio Berlusconi a Mike Bongiorno, dopo gli sfoghi di Mike per il modo in cui è stato cacciato da Mediaset (1 - 2, video). Leggetela, non occorrono commenti.

" Caro Mike, vorrei esprimerti ancora, anche pubblicamente, la stima, l’affetto e la riconoscenza che nutro nei tuoi confronti dopo tanti anni di lavoro comune.
Quanti incontri, quante cene, quanti tuoi programmi ho visto partire dal fondo dello studio.

Primi anni Novanta, io lavoravo già, e tu eri uno splendido settantenne che passava da una trasmissione all’altra, Tutti per uno, La ruota della fortuna, Bravo Bravissimo...

Contratti rigidissimi e rare deroghe giusto per Sanremo e dintorni. Così è stato fino al dicembre 2008. Anno dopo anno, ferree esclusive che ti compensavamo con generosità. xxx

Anche a costo, in assenza di programmi giusti, di essere costretti a tenerti in panchina. Qualche mese fa ci siamo chiesti: ma è giusto?
Non sarebbe meglio svincolare Mike, lasciandolo lavorare anche per altri, e per il 2009 negoziare volta per volta singole prestazioni alla sua altezza?

Mike merita un programma di prestigio, un programma che faccia ascolti: quando lo troveremo o quando lui ce lo proporrà accendiamo le luci dello studio e si parte.
Tutto questo ti è stato spiegato in modo trasparente. Ed ecco perché, caro Mike, nessuno ti ha consegnato targhe ricordo, nessuno ha organizzato tristi cerimonie degli addii con brindisi e regalo.

Perché Mediaset, se vorrai, sarà sempre casa tua: non ci sono sfratti. Ora sei un professionista libero, con la tua storia impareggiabile. Potrai lavorare per noi ma potrai anche non farlo se non ti va.
Non hai obblighi.
Nemmeno quello della riconoscenza.
Un abbraccio forte. " xxx

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martedì 2 giugno 2009

?Libertà di non far sapere? - Vittorio Mangano "sparisce" da Matrix


Alessio Vinci, conduttore su Canale 5 di "Matrix" -->

Mar. 02.06.2009 - Da "PASSAPAROLA" del 01.06.2009, di Marco Travaglio, sento (e leggo):
"... Panico a Matrix

L’altra sera, fingendo di celebrare l’anniversario della morte di Falcone e Borsellino, Matrix ha messo in piedi la solita trasmissione dell’antimafia dei pupi e delle fiction dove naturalmente si faceva grande retorica, i cento passi, il film di Peppino Impastato, i film su Riina, i film su Falcone, i film su Borsellino, il procuratore Grasso con il libro da presentare, l’ex procuratore Aiala con il libro da presentare. A un certo punto in questo idillio dove non si facevano nomi di politici – per carità – questo idillio viene rotto da un magistrato collegato da Palermo, Gaetano Paci, xxx

Gaetano Paci che sta tra l’altro seguendo insieme a un’altra magistrata, Anna Maria Picozzi, il processo Addio pizzo, processo nel quale il comune di Palermo aveva annunciato di costituirsi Parte Civile e poi il giorno della costituzione si era dimenticato di costituirsi Parte Civile e poi ha avuto i tempi supplementari per farlo, perché altrimenti sarebbe rimasto escluso. Bene, Gaetano Paci, Presidente di una fondazione che ricorda le stragi, ha interrotto l’idillio dei presenti in studio e ha detto “vorrei dire una cosa, un anno fa si sentì dire che Vittorio Mangano era un eroe” sapete chi lo ha detto, lo ha detto l’editore di Canale 5 su cui andava in onda il Matrix di Alessio Vinci per la strage di Capaci. Dice Gaetano Paci “volevo fare presente che Vittorio Mangano non era un eroe, gli eroi sono Falcone e Borsellino e Vittorio Mangano era un mafioso sanguinario condannato per traffico di droga, per mafia e poi in primo grado per tre omicidi, all’ergastolo, ergastolo che poi non divenne definitivo anche perché Mangano morì prima che si arrivasse alla fase di appello”.

Chi di voi ha visto quella scena ha visto il gelo che in quel momento si è dipinto sul volto degli ospiti, tutti impietriti perché? Perché si stava parlando di corda in casa dell’impiccato, si stava parlando dell’amichetto di Berlusconi nella televisione di Berlusconi in una trasmissione che avrebbe dovuto occuparsi di mafia ma che naturalmente aveva tenuto fuori tutti i rapporti che la mafia ha al di sopra del suo livello militare. Questi si sono detti “oddio adesso questo magistrato dirà anche il nome di Berlusconi che si è tenuto Mangano in casa per due anni!” invece chiunque volesse intendere ha inteso e chiunque volesse vedere in quelle facce impietrite ha potuto vedere, Vinci naturalmente cuor di leone ha immediatamente mandato un servizio sui cento passi e su Peppino Impastato, in modo da tornare all’antimafia delle figurine e con ciò non voglio minimamente sminuire la figura di Peppino Impastato intendiamoci. È semplicemente che la creazione di queste icone dell’antimafia come Impastato, Falcone e Borsellino diventa spesso un alibi per fermarsi lì e non andare ai livelli superiori, al famoso doppio Stato che tanto poco piace a certi giornalisti e a certe alte cariche dello Stato.
Non mi risulta che la Commissione parlamentare antimafia abbia avviato accertamenti sulle dichiarazioni di Brusca, come non mi risulta che ci sia una grande mobilitazione, eppure quella era l’occasione le celebrazioni per la strage di Capaci, rispetto a una denuncia drammatica fatta dal procuratore aggiunto di Palermo Roberto Scarpinato, coordinatore del pool che si occupa dei reati finanziari legati alla mafia, il quale ha detto a Il Sole 24 ore anche lui alla vigilia delle celebrazioni per il 23 maggio, che il governo nelle persone del Ministero della Giustizia e del Ministero dell’economia, Ministeri retti da Angelino Alfano presente alle celebrazioni e dal Ministro Tremonti, avevano deciso di togliere, per motivi burocratici chissà quali, l’accesso alla Procura di Palermo e a tutte le procure all’anagrafe dei conti correnti bancari, prima le procure avevano la password e poi gliela hanno tolta, non possono più entrate nella anagrafe dei conti correnti bancari e naturalmente entrare in questa anagrafe significa riuscire a recuperare enormi patrimoni di mafiosi, a dare nomi e cognomi agli intestatari di questi patrimoni per poterglieli portare via.
Casualmente è sparita la password e quindi i magistrati sono disarmati sul fronte della lotta ai patrimoni mafiosi e al riciclaggio, naturalmente per pura coincidenza questa denuncia è arrivata nel giorno dell’anniversario della strage di Capaci e nessuno ne ha parlato, proprio perché non si può andare al di là del teatrino dei pupi. ..."

La notizia mi incuriosisce, cerco il video sul sito di "Matrix", puntata del 22.05.2009 (video che riesco a vedere solo con "Internet Explorer" e non con "Firefox"), la trasmissione è divisa in 5 parti, tutte sono visibili, tranne la 4°, dove viene ricaricata una breve litania introduttiva. Non riesco a trovare il pezzo che cerco, quello su Vittorio Mangano. ?Vuoi vedere che è proprio nella 4° parte, quella che non si vede?
Una breve ricerca sul web, trovo il sito "L'89": confermano, hanno fatto sparire Mangano!!
xxx

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lunedì 1 giugno 2009

Il Times: "Cade la maschera del clown"



Lun. 01.06.2009 - Da "La Repubblica.it".

" La stampa europea segue con attenzione i nuovi sviluppi della vicenda Noemi
Durissimo editoriale del quotidiano di Murdoch su Berlusconi: "Disprezza gli italiani"
Il Times: "Cade la maschera del clown"
E la Faz lo paragona al padre degli dei

Delle vicende del Cavaliere si occupano anche Liberation, El Pais
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI

LONDRA - Uno scandalo che non riguarda più solo gli italiani, ma anche i paesi partner dell'Italia, nell'Unione Europea, nella Nato, nel G8 che l'Italia si prepara ad ospitare. E' questo il severo giudizio di un editoriale del Times di Londra sulla vicenda che ruota da settimane attorno a Silvio Berlusconi, al suo rapporto con la 18enne Noemi Letizia, alle feste in Sardegna e al divorzio dalla moglie Veronica Lario. xxx

E non è solo il Times a occuparsi ancora una volta di questa storia, che la stampa inglese sta seguendo con particolare attenzione: ci sono nuovi articoli anche sul Financial Times, sul Daily Telegraph, sull'Independent. E uscendo dal Regno Unito, si occupano delle vicende del premier Liberation e la Frankfurter Allgemeine Zeitung.

Times. "Cala la maschera del clown", s'intitola l'editoriale del Times, il secondo su questa vicenda dopo quello altrettanto duro del 18 maggio, pubblicato al primo posto fra i tre commenti del giorno nella pagina degli editoriali. "La qualità del governo Berlusconi non è una questione privata", afferma il sottotitolo. "L'aspetto più sgradevole del comportamento di Silvio Berlusconi non è che è un pagliaccio sciovinista, né che corre dietro a donne di 50 anni più giovani di lui, abusando della sua posizione per offrire loro posti di lavoro come modelle, assistenti o perfino, assurdamente, come candidate al Parlamento europeo", comincia l'articolo. "Ciò che è più scioccante è il completo disprezzo con cui egli tratta l'opinione pubblica italiana. Il senile dongiovanni può trovare divertente agire da playboy, vantarsi delle sue conquiste, umiliare la moglie e fare commenti che molte donne troverebbero grottescamente inappropriati. Ma quando vengono poste domande legittime su relazioni scandalose e i giornali lo sfidano a spiegare legami che come minimo suscitano dubbi, la maschera del clown cala. Egli minaccia quei giornali, invoca la legge per difendere la propria 'privacy', pronuncia dichiarazioni evasive e contraddittorie, e poi melodrammaticamente promette di dimettersi se si scoprisse che mente".

Il Times riconosce che la vita privata di Berlusconi è appunto un affare privato, ma osserva che, come è si è dovuto rendere conto Bill Clinton, scandali e alti incarichi pubblici non vanno d'accordo. "Molti potrebbero dire che l'Italia non è l'America, che l'etica puritana degli Stati Uniti non ha mai dominato la vita pubblica italiana, e che pochi italiani si scandalizzano davanti ai donnaioli. Ma questo è un ragionamento insensato e condiscendente. Gli italiani comprendono quanto gli americani cosa è accettabile e cosa non lo è. E, come gli americani, giudicano spregevole il cover-up".

L'editoriale del quotidiano londinese nota quindi che pochi media in Italia possono fare simili affermazioni, senza timore di un castigo. "A suo merito, la Repubblica ha continuamente sollevato domande al primo ministro sulla sua relazione con Noemi Letizia, e alla maggior parte di queste domande non ci sono state risposte soddisfacenti. Quando e dove egli ha conosciuto la famiglia della ragazza? Mr. Berlusconi chiese di avere fotografie da un'agenzia di modelle per iniziare i contatti con la signorina Letizia? Che cosa c'è di vero sulle notizie di party con decine di giovani donne nella sua villa in Sardegna? Mr. Berlusconi ha promesso di spiegare tutto in parlamento. Ma non ha certo riassicurato i suoi critici con la sua iniziativa per bloccare la pubblicazione di 700 fotografie che potrebbero mostrare cosa succedeva a quei party. Né lo aiuta il suo sventurato ministro degli Esteri, che ha provato a difenderlo sottolineando che l'età per il consenso (a rapporti sessuali, ndr.) in Italia è 14 anni, come se ciò fosse rilevante".

Qualcuno potrebbe dire, si conclude l'editoriale, che tutto ciò non riguarda i forestieri. Ma gli elettori italiani, alla vigilia delle elezioni europee, dovrebbero riflettere sul modo in cui è guidato il loro governo, sui candidati selezionati per Strasburgo e sul livello di sincerità del premier. E la faccenda "riguarda anche altri", afferma il Times. "L'Italia ospita quest'anno il summit del G8, dove si discuterà di maggiore cooperazione nella lotta al terrorismo e al crimine internazionale. E' un importante membro della Nato. Fa parte dell'eurozona, che è confrontata dalla crisi finanziaria globale. Non sono soltanto gli elettori italiani a domandarsi cosa sta succedendo. Se lo chiedono anche i perplessi alleati dell'Italia".

Gli altri quotidiani britannici. Il Times pubblica anche una lunga corrispondenza dall'Italia, intitolata "Berlusconi blocca la pubblicazione di foto di giovani donne in bikini a un party nella sua villa". Un articolo sul Financial Times, invece, osserva che "l'ondata di gossip" e "l'odore di scandalo" intorno a Berlusconi distolgono l'attenzione dell'opinione pubblica italiana da questioni ben più gravi, come le cattive notizie sull'andamento dell'economia italiana.

Una corrispondenza sul Daily Telegraph afferma che "gli alleati di Berlusconi mettono nel mirino la moglie" per il divorzio, con la rivelazione che Veronica Lario avrebbe un partner da tempo, fatta da Daniela Santanché sul quotidiano Libero. E l'Independent riporta le pesanti critiche fatte dal premio Nobel per la letteratura Josè Saramago, che hanno spinto la casa editrice Einaudi, "parte dell'impero Modandori di Berlusconi", a non pubblicare il suo ultimo libro, che descrive tra l'altro il primo ministro come "un delinquente".

Germania. La Frankfurter Allgemeine Zeitung (Faz), in un articolo firmato dallo storico corrispondente in Italia Heinz Joachim Fischer, fa paragoni mitologici: "A Silvio Berlusconi non basta presentarsi in Italia come un principe del rinascimento. Ora si prende a modello gli dei dell'antichità. Ad esempio il padre degli dei: Giove. Costui non era conosciuto solo per fulmini e saette, ma anche per le sue visite audaci presso le donne, tanto malfamate, quanto forse amate".

Fischer parte dalla festa di compleanno di Noemi Letizia a fine aprile: da allora "in Italia è scoppiato il caos" e la ragazza di Casoria è diventata "famosa" come l'europarlamentare tedesco Martin Schulz, colui al quale Berlusconi diede del "kapò nazista" durante un intervento a Strasburgo nel luglio 2003, dopo le critiche sul conflitto di interessi e i guai con la giustizia del capo di governo italiano.

Il paragone non è "fuorviante", sottolinea Fischer, perchè fu proprio Schulz, in una lunga intervista allo Spiegel, a criticare e a non trovare per niente divertente la strada aperta a giovani bellezze per fare carriera politica, anche nel parlamento europeo: "Berlusconi trasforma sistematicamente in gossip la politica italiana", disse allora il capogruppo del Partito socialdemocratico tedesco alle europee.

Francia. Il quotidiano Libération dedica la copertina alla vicenda: "Lo scandalo alle calcagna" e nelle due pagine interne: "Rivelando la tresca il quotidiano Repubblica ha fatto vacillare la popolarità del presidente del consiglio. E' una battaglia portata avanti nel nome di una certa concezione dell'interesse pubblico".

Spagna. Il quotidiano El Pais torna a trattare la questione in una corrispondenza da Roma: "L'opposizione italiana chiede a Berlusconi che spieghi in parlamento se abbia portato nell'organizzazione elettorale del partito i suoi invitati delle feste private in Sardegna" e si chiede: "Berlusconi utilizza gli aerei ufficiali dello stato Italiano per portare gli artisti, ballerine e veline a Villa Certosa? Ha fatto uso improprio dei beni dello stato? E' l'ultimo capitolo del Naomigate che ha trasformato l'Italia in un manicomio semplicemente portando allo scoperto l'abitudinaria mescolanza tra vita privata e pubblica di Berlusconi e la sua tendenza a conquistarsi amici e amiche dell'ambiente televisivo portandoli in quello politico".

Sferzante il pezzo della Vanguardia: "La campagna elettorale per le Europee continua in Italia, astrusa e noiosissima, incapace di competere quanto a contestazioni, incanto mediatico, spessore del tema con la vita personale della stella più sgargiante della politica italiana degli ultimi quindici anni: Silvio Berlusconi. Nelle cerchia del potere si parla più di questa commediola che delle vicende poltico-continentali a Bruxelles. A volte diverte. La maggior parte delle volte preoccupa ed esaurisce tanta banale frivolezza".

(Ha collaborato Flaminia Giambalvo)

(1 giugno 2009) " xxx

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