Dom. 13.09.2009 -
Intendo oggi proporre due episodi personali, ma emblematici del buio che stiamo attraversando come società: il lavoro dell’ “uomo” non inteso per fornire beni o servizi ai suoi simili, come reputo dovrebbe essere, ma solo vantaggi per sé, anche con la consapevolezza di provocare danni ingiusti ad altri.
Primo racconto - Franca è mia sorella, ha una disabilità (dall’età di un anno) per la quale percepisce da decenni una pensione di invalidità civile dall’INPS; in data 29.08.2009 ha ricevuto una raccomandata A.R. con la quale l’INPS di Perugia la informava della intervenuta sospensione dell’indennità a decorrere dal 05.08.2009, come conseguenza della sua mancata presentazione ad una visita medica di verifica del perdurare del suo stato di inabilità, fissata appunto per il 05.08.2009, nell’ambito di un piano straordinario di controlli predisposto dall’INPS a livello nazionale. xxx
Un solo problema: Franca non ha mai ricevuto la convocazione per la visita del 05.08.2009, la raccomandata che doveva informarla non è mai stata recapitata (per problemi addebitabili al mittente e non al destinatario): Franca ha la colpa di non essersi presentata ad una visita della quale non era stata informata!
La sospensione della pensione è però scattata con immediatezza, senza che alcuno, all’INPS, si sia preoccupato, evidentemente, di verificare se l’assenza di Franca il 05.08.2009 potesse essere dovuta (vedi mai!) al mancato recapito dell’avviso.
Un provvedimento grave, come la sospensione di un trattamento pensionistico ad una invalida civile, preso senza neanche questo elementare e doveroso riscontro.
Secondo racconto - Chiara è mia figlia, la più grande, studia all’Università di Bologna; qualche giorno addietro mi informa di aver ricevuto per posta due assegni circolari dall’Ente universitario che cura lì le borse di studio, vorrebbe cambiarli, ma ora non è in sede. Le suggerisco di andare in una qualsiasi banca, non dovrebbero esserci problemi visto che, trattandosi di assegni circolari, risultano pienamente garantiti.
I problemi invece ci sono: bussa a tre filiali di istituti bancari, nessuno intende cambiare gli assegni, dicono di poterlo fare solo a condizione che apra un conto corrente presso di loro!! Rifiuta, ovviamente.
Mi interpella nuovamente, io sono impegnato nella faccenda di Franca, le dico che in questo momento non me la sento di aprire un altro “fronte”, suggerisco di provare con un libretto postale (a costo zero) e di versare lì i due assegni.
Chiara nel frattempo si è informata, ha raccolto qualche notizia, è venuta a sapere di un 4 per mille di commissioni che le banche possono trattenere quando sono chiamate a cambiare gli assegni circolari, e che devono farlo senza indugiare.
Torna in una delle banche dove le era stato opposto il rifiuto, affronta la cassiera, pronuncia la parola magica: “4 per mille” …, assegni circolari pagati!!
Mi telefona, è raggiante … brava Chiara!! xxx
domenica 13 settembre 2009
Quando si lavora contro la Persona (2 episodi: INPS, BANCHE)
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Patto sociale
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