Ven. 27.11.2009 - Dal sito di "MicroMega", di Paolo Flores d'Arcais, l'anticipazione del testo della nota ai lettori che apre il nuovo fascicolo di MicroMega in edicola da oggi.
Intanto il Presidente della Repubblica, di fronte ad un primo ministro che si sottrae da anni alla Giurisdizione (non vuole rispondere in tribunale di ciò di cui è accusato), che evoca (ieri) la guerra civile, ultimo atto eversivo di tanti già inanellati, pare andare oggi addirittura in suo soccorso (e ne ho sconforto): "Sento il bisogno di dire qualcosa in questo particolare momento. L'interesse del Paese richiede che si fermi la spirale di una crescente drammatizzazione, cui si sta assistendo, delle polemiche e delle tensioni non solo tra opposte parti politiche ma tra istituzioni investite di distinte responsabilità costituzionali". xxx
xxx "Va ribadito - aggiunge il presidente - che nulla può abbattere un governo che abbia la fiducia della maggioranza del Parlamento, in quanto poggi sulla coesione della coalizione che ha ottenuto dai cittadini-elettori il consenso necessario per governare. E' indispensabile che da tutte le parti venga uno sforzo di autocontrollo nelle dichiarazioni pubbliche, e che quanti appartengono alla istituzione preposta all'esercizio della giurisdizione, si attengano rigorosamente allo svolgimento di tale funzione". "E spetta al Parlamento - conclude Napolitano - esaminare, in un clima più costruttivo, misure di riforma volte a definire corretti equilibri tra politica e giustizia".
?Ma se qualcuno ha ottenuto la maggioranza dei consensi elettorali, può forse fare di questo Paese, della Carta costituzionale su cui poggia, di noi tutti, ciò che più gli aggrada?
?Ma se il presidente del consiglio risulta implicato, ormai da anni, in numerosi procedimenti penali portati avanti, nel tempo, da decine di magistrati, diversi tra loro per funzione, luogo di lavoro, competenze; è forse colpa di questi magistrati "incontrare" il nome di Berlusconi, o sarà invece un bene/dovere inderogabile accertare le responsabilità degli indagati/imputati, qualsiasi sia il loro ruolo sociale?
?Quali sono questi magistrati che non si starebbero attenendo rigorosamente allo svolgimento della funzione? ?Le fantomatiche toghe rosse evocate da Berlusconi? Cioè ogni magistrato che si occupa (per dovere d'ufficio) del cittadino Silvio Berlusconi (e/o dei suoi sodali). Corte costituzionale compresa!
?I corretti equilibri tra politica e Giustizia, di cui dovrebbe occuparsi il Parlamento, siamo certi che non si trasformeranno, oggi come ieri, nell'ennesima legge ad personam? I precedenti ci sono tutti.
La nostra Costituzione già tutela e presidia a sufficienza questo rapporto (politica - giurisdizione), proviamo a farla rispettare, lo dobbiamo a noi stessi e a tutti coloro che hanno lottato strenuamente per darci questo gioiello legislativo.
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" Questo numero di MicroMega esce in un momento drammatico per la storia della nostra Repubblica. La volontà di calpestare la Costituzione da parte di Berlusconi è ormai irrefrenabile e senza più alcuna foglia di fico. Viene detto apertamente, con totale impudicizia, che Berlusconi non deve essere processato, costi quel che costi.
Ora, un politico «legibus solutus», sciolto da dovere di obbedire alle leggi, significa l’abrogazione pura e semplice della democrazia liberale e il ritorno al regime vigente in Europa tre secoli fa. Di fronte a tanta enormità lascia sgomenti la pochezza delle reazioni, dell’indignazione, della decisione a mobilitarsi.
La Repubblica è in pericolo, e sentiamo il segretario del Pd gingillarsi per settimane in distinzioni da azzeccagarbugli sulla partecipazione ad una manifestazione che ha la più semplice e doverosa delle parole d’ordine, «ora basta!», e il più moderato e irrinunciabile dei contenuti, la difesa della Costituzione (naturalmente, speriamo che quando questo numero uscirà, Bersani abbia maturato una scelta meno cerchiobottista).
E vediamo accreditato come salvatore della patria l’onorevole Gianfranco Fini, che nei confronti dell’eversore Berlusconi si limita ad alternare gesti di fronda e riaffermazioni di fedeltà, come se fosse possibile contemporaneamente stare dalla parte della legalità (e magari di una «destra alla Borsellino»!) e non rompere e contrapporsi a chi della legalità fa strame da anni, e ormai con una accelerazione esponenziale.
Ecco perché abbiamo appoggiato toto corde la manifestazione che tra una settimana si svolgerà a Roma, nata sul web per iniziativa di alcuni cittadini senza appartenenze di partito, e oscurata su tutti i media che contano (tv-unica, ormai in stile putiniano).
Ecco perché ci siamo rivolti – con esito davvero mediocre e che non va a onore del giornalismo di questo paese – a tutti i principali quotidiani italiani, perché offrissero agli organizzatori della manifestazione uno spazio fisso sui rispettivi siti, che almeno in piccola parte risarcisse la democrazia del vulnus della disinformacija televisiva permanente.
Speriamo che una grandiosa riuscita della manifestazione del 5 dicembre sia l’inizio di una fase nuova nella resistenza democratica al regime putiniano di Berlusconi, speriamo soprattutto che le centinaia di migliaia di cittadini che si stanno mobilitando non pensino di delegare ai partiti i momenti successivi, anche istituzionali, anche elettorali, della lotta in difesa della Costituzione.
Non rinuncino a inventare le forme organizzative – inedite, a geometria variabile, non partitocratiche – per continuare a essere i protagonisti di questo impegno. Finché c’è lotta c’è speranza. " xxx
venerdì 27 novembre 2009
La nostra Repubblica è in pericolo
Etichette:
Costituzione,
Patto sociale
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