Lun. 21.12.2009 - Dal "Passaparola" di Marco Travaglio, sul Blog di Beppe Grillo. Segue trascrizione.
" Buongiorno a tutti, intanto vorrei ringraziare i tantissimi che mi hanno dato la solidarietà questa settimana: una solidarietà che è nata dal killeraggio che è stato fatto contro di me a causa proprio di alcune cose che ho detto qua a Passaparola lunedì scorso; prima uno della P2, il Vice, perché il titolare era ricoverato in quel momento, ma adesso sta recuperando, per fortuna e poi l’altro, l’insetto televisivo, quello che ha fatto un montaggio furbetto nella trasmissione “Porta a Porta” per farmi apparire come uno dei colpevoli, uno dei mandanti. xxx
xxx Il titolo era “Di chi è la colpa?”, il problema è che quelle cose le ho dette il giorno dopo l’aggressione al Presidente del Consiglio, ma può darsi che esistano anche mandanti postdatati, come esiste la guerra preventiva esistono anche i mandanti che arrivano dopo un certo atto.
Ebbene, quel pomeriggio alle 18: 00 - “Porta a Porta” va in onda intorno alla mezzanotte - stavo scrivendo e ho ricevuto una telefonata da una giornalista collaboratrice di Vespa, la quale mi ha detto: “Dott. Travaglio, il Dott. Vespa chiede se lei vuole intervenire in diretta a “ Porta a Porta” per replicare alle accuse” e io ho chiesto: “perché, hanno spostato Porta a Porta al pomeriggio? State andando in onda adesso”, dice: “no, no stiamo registrando per stasera” e “che cosa state registrando?” ho chiesto io, “sa, abbiamo montato alcune frasi del suo Passaparola dal blog e poi ci sono i Ministri Matteoli e Bondi che hanno detto delle cose” e io ho risposto: “non ho la più pallida idea di quello che voi avete montato: mi auguro...” anche se sapevo, ovviamente, dove stavano andando a parare, non c’era bisogno di vederla la trasmissione, che per altro non potevo vedere, perché la stavano registrando in uno studio, era ovvio che cosa volevano fare; dato che ho detto che la gente a casa sua ha il diritto di odiare chi le pare, allora quella è la dimostrazione che io c’entro con l’attentato. Comunque le ho detto: “spero che abbiate montato una delle dieci o quindici condanne dell’attentato che ho fatto durante il Passaparola”, ricorderete che le avevo disseminate in tutta la mezz’ora proprio per evitare che, con qualche taglio, riuscissero a farmi apparire come un fomentatore dell’odio, ma ci sono riusciti lo stesso e poi credo che uno dei due squisiti ospiti di centrodestra abbia addirittura chiesto un intervento della magistratura contro di me, per istigazione a non si sa cosa. E’ quello che ha appena scampato un processo grazie a un voto dei suoi amichetti e dei suoi finti oppositori sull’immunità parlamentare.
In ogni caso ho risposto, dicendo “non ho idea di che cosa state facendo vedere e non ho idea di che cosa hanno detto contro di me, perché non c’ero e perché non avrei mai potuto vederlo, per cui a che cosa dovrei replicare? Con chi dovrei parlare, se non ho seguito il dibattito? Se mi volete la prossima volta mi invitate in studio e mi mettete alla pari di tutti gli altri, visto che non è così cantatevele e suonatevele come vi pare”, clic, così sono andate le cose. Per cui alla sera Vespa ha anche potuto fare il bel gesto e, mentre mi stava facendo linciare da quei due signori e stava facendo un montaggio tendenzioso di quello che ho detto la settimana scorsa, ha pure potuto farsi bello dicendo “abbiamo offerto a Travaglio la possibilità di replicare, ma ha preferito di no”, lasciando intendere che non avevo argomenti per replicare e che quindi, di fronte alle poderose argomentazioni di Bondi e di Matteoli, non sapendo che cosa dire non avevo voluto rispondere e questo è lo stile del signor Bruno Vespa, è bene che lo si sappia quando sentite parlare di correttezza dell’informazione, quando parlate di contraddittorio, di par conditio e altre stronzate di questo genere, sappiate come questo signore intende l’informazione, la correttezza e il contraddittorio, capito? Ecco.
Adesso qualcuno dirà “sì, ma a Annozero si parla spesso di Berlusconi quando non c’è”, Berlusconi viene sempre invitato a Annozero: è lui che non vuole venirci, è una cosa diversa. Quando abbiamo parlato di Dell’Utri ed è stato invitato Dell’Utri è lui che non ha voluto venirci, non gli abbiamo telefonato registrando la trasmissione al pomeriggio per dirgli “vuole dire una frasetta?”, perché tra l’altro Annozero va in diretta e quindi, chi vuole sapere quello che accade e intervenire, come già è avvenuto, lo può fare seguendo la trasmissione. In ogni caso, quando parliamo di un personaggio, quel personaggio è invitato o in quella trasmissione o in una trasmissione successiva. Io è da tredici anni che va in onda “Porta a Porta” e non sono mai stato invitato, che è un cosa legittima, naturalmente decide il conduttore e non è certo il mio sogno quello di partecipare a quel bel programmino, ma se uno si occupa per mezza puntata di me forse magari dirmelo prima poteva essere carino, ma questo, ripeto, è il senso della libertà di informazione che ha il signor Vespa, che tra l’altro va in giro con la scorta e con l’auto con la sirena sopra, è una Vespa lampeggiante, è il primo caso di Vespa lampeggiante nella storia, mentre invece la persona che ha linciato quella sera se ne esce tutte le mattine di casa per andare a lavorare e, naturalmente, non ha alcun tipo di protezione. Chiusa questa parentesi, grazie a tutti quelli che mi hanno dato la solidarietà, lo dico perché ovviamente è impossibile rispondere a tutti, visto che sono arrivati migliaia e migliaia di commenti, di fax, di mails e di telefonate anche redazione a Il Fatto Quotidiano, per cui colgo quest’occasione per ringraziare tutti, a cominciare da Beppe Grillo, che ha dedicato a questa vicenda miserabile un bellissimo post l’altro ieri.
E poi ha detto che, a questo punto, tantovale lasciar passare una leggina ad personam per salvare Berlusconi dai processi, purché si salvi solo lui, ossia purché sia veramente una legge ad personam che non valga per gli altri. Una volta l’obbrobrio erano le leggi su misura, visto che in questo Paese, come in ogni Stato di diritto, le leggi sono disposizioni generali e astratte che, o valgono per tutti, o non valgono per nessuno; adesso invece il pregio della legge è proprio quello di essere ad personam, cioè D’Alema dice “ o è ad personam o non la vogliamo, che a nessuno venga in mente di applicarla anche ad altri, quella legge si applica solo a lui”, questi sono i nuovi liberali, no? E l’altra cosa è che bisogna dialogare sulle riforme e cioè sull’unica riforma che naturalmente interessa al Cavaliere, il quale se ne stracatafotte del federalismo, delle riforme elettorali etc., l’unica cosa che gli interessa è avere più poteri per fare ancora di più i suoi porci e loschi comodi.
L’altro scopo della strumentalizzazione e dell’aggressione di domenica scorsa è quello che ormai, visto che Berlusconi è stato aggredito con le conseguenze cliniche che avete saputo, allora non bisogna più parlare dei processi e, possibilmente, non bisogna neanche più farglieli, come se ad una persona che sta sotto processo capitasse un incidente, si ripresentasse con il cerotto in faccia e il giudice le dicesse: “ah, va beh, visto che lei ha il cerotto in faccia, allora lasciamo perdere e aboliamo il processo” e i giornalisti che si occupano di cronaca giudiziaria non dovessero più occuparsi dei processi solo perché uno ha subito un incidente o un’aggressione. E’ evidente che non è così: se uno subisce un’aggressione si processa quello che l’ha aggredito, ma se anche l’aggredito aveva un processo, il processo appena quello sta meglio ovviamente segue. Invece dei processi non bisogna più parlarne e anzi, possibilmente non bisogna più farli, questa è la nuova regola, quindi in Parlamento stanno lavorando all’ennesimo inciucio per salvargli le chiappe e intanto si pretende anche che l’informazione la smetta di dire che Berlusconi è un piduista, che Berlusconi ha avuto rapporti con la mafia, che è un corruttore di giudice e di testimoni, l’ha detto proprio ieri, dice: “se continuano a dire che sono legato alla mafia, corruttore di giudici, corruttore di testimoni e cose di questo genere, è evidente che poi a qualcuno viene in mente di tirarmi qualcosa”, ma proprio per niente! Intanto non c’è nessun nesso tra quelli che raccontano i processi a Berlusconi o ai suoi amici per rapporti con la mafia e l’aggressione, come non c’è nessun nesso tra il raccontare che c’è un processo per corruzione di un testimone e che ce ne è già stato uno per corruzione di un giudice, quello della Mondatori, e il fatto che lui ha subito un’aggressione, altrimenti tutti quelli che hanno dei processi e finiscono sui giornali dovrebbero ricevere una statuetta del duomo in faccia: è assolutamente folle l’idea che la cronaca giudiziaria produca aggressioni e, in ogni caso, anche se le producesse bisognerebbe continuare a fare la cronaca giudiziaria, anche perché è un bel ricatto morale quello di dire ai giornalisti “ voi ignorate i processi al Presidente del Consiglio, perché altrimenti potrebbero tirargli qualcosa”, beh, allora che ci stiamo a fare noi giornalisti?! E’ evidente che stiamo assistendo a un replay della follia che è seguita all’aggressione al Premier.
Per cui, dato che tutti quanti stanno decidendo di mettersi d’accordo, salvo rarissime eccezioni quali la sinistra che sta fuori dal Parlamento e Di Pietro, che sono gli unici che hanno detto che non c’è alcun nesso tra l’aggressione al Premier e le riforme istituzionali, e ci mancherebbe altro, ci mancherebbe che Massimo Tartaglia diventasse la levatrice della nascita di una nuova costituente, ma siamo impazziti?! Affidiamo a uno squilibrato la decisione di quando e come bisogna fare le riforme? Diamo i numeri, no? E’ evidente che Tartaglia è contagioso soprattutto a sinistra, per altro.
Ma visto che il tentativo è questo, mettere la sordina ai processi, penso che sia giusto fin da oggi ricominciare a parlare dei processi al Cavaliere e delle inchieste sul Cavaliere e sui suoi cari, perché oggi vedete, anche un commentatore molto posato e molto moderato come Edmondo Berselli ha scritto su Repubblica una cosa che è di un candore come sempre è candida la verità: uno la legge e dice “beh, effettivamente è così”; dice, Berselli, “ignorare la realtà è una delle migliori specializzazioni del PDL- aggiungerei anche il PD- di fronte a ogni contestazione sui fatti in base a notizie circostanziate i portavoce della destra rispondono strillando contro i fomentatori di odio e i celebri mandanti morali, quando in realtà, di fronte a ciò che dicono - che so? - Marco Travaglio o Antonio Di Pietro, si tratterebbe solo di capire se è vero o se è falso, al di là della loro aggressività possono essere smentiti o no? Da parte dei combattenti della destra come Lupi o Cicchitto - mi scuso per i termini soprattutto con le signore in ascolto - non si è mai ascoltata una contestazione seria su fatti e episodi concreti. In questo modo la retorica nazionale sull’odio è diventata un dato di fatto, una specie di incontestata realtà ambientale. Berlusconi, che ha fabbricato una carriera politica proprio dividendo in due la società italiana, separando i nemici, i comunisti, dai cittadini perbene (il Partito dell’Amore), oggi può consentirsi di fare il benevolo padre della patria, augurandosi che da un male nasca un bene e che l’odio svanisca dalla politica”. Ecco, dobbiamo ricominciare a raccontare cose circostanziate, perché sappiamo che è quello che dà più fastidio a questi fascistelli che, questa settimana si sono scatenati con rastrellamenti mediatici, spedizioni punitive, manganellate a destra e a sinistra e liste di proscrizione. Sono i nuovi fascisti, quelli che marciano sulla televisione invece di marciare su Roma, così nessuno può loro neanche rispondere.
Eravamo rimasti, due settimane fa, al caso Spatuzza: quando sentono Spatuzza è come quando si sventola il drappo rosso davanti al toro, quindi ritorniamo a parlare di Spatuzza, perché secondo una certa vulgata Spatuzza è stato smentito da Filippo Graviano e conseguentemente è totalmente non credibile, ormai Spatuzza è archiviato. Naturalmente non è così: non è così, ma la settimana scorsa ci è mancato il tempo, proprio per il sopraggiungere delle notizie da Milano, per spiegare il perché. Per cui vorrei ripartire di lì, proprio perché ce l’eravamo già detta una cosa, cioè che Dell’Utri è stato condannato a nove anni in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa prima che parlasse Spatuzza, quindi non c’è bisogno di Spatuzza per condannare Dell’Utri anche in appello, se i giudici riterranno di farlo, perché il collegio di primo grado l’ha già condannato a nove anni di reclusione con l’interdizione dai pubblici uffici, risarcimenti alle parti civili etc., sulla base non di Spatuzza, che stava zitto e irriducibile in carcere, ma sulla base di altri 32 collaboratori di giustizia, 32, corroborati da una serie di prove documentali quali intercettazioni telefoniche, documenti, testimonianze di gente non mafiosa e quindi non pentita, di gente normale che ha visto o sentito delle cose, da perizie e consulenze tecniche sui flussi di denaro e cose di questo genere.
Spatuzza è la ciliegina sulla torta di un quadro probatorio già molto, molto, molto nutrito: il processo Dell’Utri è forse il processo più pieno di prove, un processo dove forse si potrebbe addirittura fare a meno dei pentiti e ottenere lo stesso una condanna, è il processo ideale per il magistrato che deve fare un dibattimento contro un colletto bianco legato alla mafia, esattamente come il processo Mills è il processo ideale per un processo di corruzione, perché? Perché hai già la confessione di uno dei due imputati, Mills , che aveva confessato davanti al suo commercialista per iscritto, quando non sapeva che quella lettera sarebbe finita, ovviamente, nelle mani dei giudici di Milano.
Poi c’è Filippo Malvagna, che è un altro mafioso catanese della famiglia clan Pulvirenti, alleati dei Santa Paola, il quale dice che in una riunione della cupola tenuta a Enna tra la fine del 91 e l’inizio del 92 Riina spiegò che stavano saltando tutti i referenti politici della mafia, e che bisognava in qualche modo sostituirli. E poi c’è Giovanni Brusca, il quale sostiene che nel 93 la mafia informò Berlusconi di avere messo una bomba a Firenze, la famosa bomba di Via Dei Georgofili alla Torre dei Pulci e di avergli anche fatto sapere che della trattativa tra lo Stato e la mafia che era in corso da un anno sapeva anche la sinistra, la sinistra era il centrosinistra Prima Repubblica, che faceva parte del governo Amato, sotto il quale si svolse appunto la trattativa tra i Ros dei Carabinieri all’epoca, quando era Ministro dell’Interno Nicola Mancino.
Questo è un po’ il quadro nel quale si inserisce, buon ultimo, Spatuzza, quindi capite che non c’è bisogno di Spatuzza, perché abbiamo - poi lo vedremo nelle prossime settimane - anche intercettazioni: non soltanto quelle famose della bomba gentile e affettuosa che, secondo Berlusconi, Mangano gli aveva messo in casa due volte, una nel 75 e una nell’86, ma anche le intercettazioni recentissime del 99 e del 2001, dalle quali risulta che c’erano i mafiosi attivissimi nella campagna elettorale pro Dell’Utri, e non perché gli stesse simpatico, ma perché c’era proprio un input della mafia a votare Dell’Utri, addirittura per salvarlo dall’arresto, visto che nel 99 pendeva sulla sua testa un ordine di cattura del Tribunale di Palermo che il Parlamento bloccò, maggioranza di centrosinistra - ripeto: maggioranza di centrosinistra - che disse no all’arresto di Dell’Utri, che stava inquinando le prove del suo processo per mafia, andando addirittura a contattare personalmente i pentiti, pentiti che in quel periodo stavano architettando un complotto proprio per screditare i pentiti veri, che accusavano Dell’Utri nei vari processi.
Che c’entra Berlusconi in tutto questo? Sapete che una delle tecniche più efficaci è quella di esagerare fino al parossismo un’accusa in modo da renderla non credibile e poi presentarla in quell’esagerazione con il sorriso sulle labbra. Spatuzza dice che Berlusconi è il capo della mafia e ha messo le bombe nel 92 e nel 93: ah, ah, ah, vi pare possibile che Berlusconi sia il capo della mafia e abbia messo le bombe? E’ un po’ come quando dicevano che, secondo i pentiti, Andreotti era il capo della mafia o che aveva baciato Riina, dice “ ma come fa a baciarlo con quella bocca, che non ha neanche le labbra?”, nessuno ha mai raccontato che Andreotti abbia baciato Riina, il racconto del pentito Di Maggio è che Riina ha salutato Andreotti baciandolo, ovviamente sulle guance, che è un segno rituale di vicinanza tra il mafioso e il quasi mafioso, tra il mafioso e l’amico della mafia, è un segno di riconoscimento, tant’è che Ciccio Ingrassia, che non è soltanto un grande attore comico, ma è anche un grande attore drammatico e, soprattutto, era un profondo conoscitore dei rituali della sicilianitudine, disse “ non so se si sono incontrati Riina e Andreotti, ma se si sono incontrati sicuramente Riina ha baciato Andreotti, perché è così che si fa in quegli ambienti”. Ebbene, ci raccontarono che Andreotti aveva baciato Riina e ci raccontarono che qualcuno diceva che Andreotti era il capo della mafia, ma non l’ha mai detto nessuno, l’accusa diceva che Andreotti partecipava all’associazione a delinquere chiamato a Cosa Nostra, perché a un certo punto, all’inizio degli anni 70, fino sicuramente agli anni 80 e poi a scemare con una progressiva presa di distanza, aveva utilizzato la mafia e era stato utilizzato dalla mafia per rafforzare sé stesso e la sua piccola corrente, che in Sicilia aveva il massimo dei consensi e, dall’altro lato, aveva contribuito a rafforzare la mafia con incontri tra lui e alcuni boss, quali Riina, Badalamenti, Stefano Bontade e altri. Questa era l’accusa che, alla fine, si è rivelata credibile almeno fino al 1980, come sapete.
Dopodichè, come vuole la prassi, al processo vengono sentiti i fratelli Graviano tutti e due: perché? Perché Spatuzza parlava anche di Filippo, con il quale lui non aveva rapporti di dipendenza, però lo incontrò in carcere a Tolmezzo dopo che Filippo aveva avuto un infarto. Filippo si lamentò per il 41 bis e poi gli disse “ guarda - siamo tra il 2003 e il 2004, cinque anni fa - o arrivano le cose che devono arrivare da dove devono arrivare per noi (cioè benefici, qualcuno che allevii quel trattamento penitenziario duro) oppure dovremo cominciare a parlare anche noi con i giudici, dillo a Giuseppe”. Quando sentono al processo Dell’Utri Filippo, gli chiedono se lui ha parlato a Tolmezzo con Spatuzza e lui dice “ sì”, dice “ gli ha detto quella cosa, per cui se non arrivano..” e lui dice “ no, non gliela ho detta”, dopodichè aggiunge di non doversi pentire di nulla e di non essere un collaboratore di giustizia, è un mafioso irriducibile come Riina, come Provenzano, come Bagarella etc.. Che valore può avere la parola di un mafioso irriducibile, rispetto a quella di un collaboratore di giustizia? Lo decideranno i giudici, ma sicuramente vale meno la parola di un boss, altrimenti Falcone e Borsellino non avrebbero mai processato un mafioso, perché ogni volta che parlavano con Buscetta avrebbero dovuto andare a chiedere conferma a Pippo Calò o a Luciano Liggio, dice “ signor Liggio, signor Calò, che ne dite di quello che ci ha raccontato Buscetta?”, “ tutte minchiate”, “ ah, va beh, buttiamo via tutto”, è evidente che i processi non si fanno così. E’ chiaro che la parola del collaboratore di giustizia, se è riscontrata, è una prova, mentre invece la parola del mafioso irriducibile che smentisce il pentito è assolutamente naturale, ci mancherebbe che fosse il contrario! Vanno poi a chiedere al Graviano giusto se quelle cose dette da Spatuzza su Dell’Utri e Berlusconi sono vere o false, perché quando Filippo dice “ non conosco Berlusconi e Dell’Utri”, quella non è una smentita a Spatuzza, perché quest’ultimo non ha mai detto che Filippo ha conosciuto Berlusconi o Dell’Utri o abbia parlato loro di Berlusconi o Dell’Utri, ha detto “ Giuseppe”, infatti vanno da Giuseppe e quest’ultimo, tramite l’Avvocato, potrebbe subito smentire Spatuzza dicendo “ le dichiarazioni di Spatuzza sono tutte balle”, chiuse le virgolette, punto e fine, “ non intendo aggiungere altro”. Invece che cosa fa Giuseppe? Dice “ non sto bene a causa del 41 bis, spero di stare meglio”, cioè spero che me lo levino, “ se me lo levano sarà mio dovere parlare”, quindi non ha affatto smentito Spatuzza: chi ha detto “ non conosco Berlusconi e Dell’Utri” è il Graviano sbagliato, cioè Filippo, Giuseppe ancora non ha detto né se è vero né se non è vero, dopodichè quello che dirà lui non varrà quanto quello che dice Spatuzza, perché? Perché anche Giuseppe Graviano in questo momento non è un collaboratore di giustizia, è uno che fa capire che potrebbe diventarlo e sta avviando una trattativa a cielo aperto, sotto la luce del sole. In tv abbiamo visto la trattativa: Dell’Utri che si affretta a elogiare Filippo, dicendo “ in questo uomo vedo un segnale reale di ravvedimento”, e per forza, non parla! Mentre invece Spatuzza che parla è un infame che racconta minchiate, mentre Mangano che non parlava è un eroe! Dall’altra parte c’è Giuseppe Graviano che ha messo il governo in una situazione difficilissima, perché? Perché dice “ parlerò se mi levate il 41 bis”, ma potrebbe anche decidere di parlare se non glielo levano di questo passo e conseguentemente, se glielo levano, lui che cosa dirà? Mettete che parli, finché parla e conferma Spatuzza o lo smentisce vale poco, se non si pente, ma se portasse qualche elemento di riscontro alle parole di Spatuzza? Vedete che c’è una trattativa sotto la luce del sole, sotto i riflettori tra lo Stato e la mafia e in televisione che cosa ci tocca sentire? Vinzolini che dice che ora che ha parlato Graviano quelle di Spatuzza sono tutte balle! Non so se vi è chiaro il teorema, ma ci stanno dicendo che Berlusconi e Dell’Utri non c’entrano con la mafia perché l’ha detto Filippo Graviano, cioè perché l’ha detto la mafia, pensate che alibi sono riusciti a trovare! Dobbiamo sentirci tutti veramente molto tranquilli! Dopodichè qualcuno ci dice che, poiché Graviano ha parlato dopo Spatuzza e ha detto “ non conosco Dell’Utri e Berlusconi” (Filippo), allora ha smentito Spatuzza e se invece li facevano parlare all’incontrario, ossia facevano parlare prima Filippo Graviano e poi Spatuzza, che cosa avrebbero detto i giornali e i telegiornali: che Spatuzza, essendo arrivato per ultimo, aveva smentito Filippo Graviano che aveva parlato per primo? Ma guardate che i processi non sono una gara a chi arriva ultimo e ha l’ultima parola, i processi sono dichiarazioni giustapposte che poi spetterà ai giudici soppesare a seconda del loro valore e dei loro riscontri, è di questo che non vogliono che parliamo più e voi lo capite perché non vogliamo che ne parliamo più, perché purtroppo sono cose altissimamente probabili, visto che quello che hanno già stabilito i giudici di primo grado, senza che neanche cominciasse a parlare Spatuzza e quindi noi, dato che loro non vogliono che le diciamo, continueremo a dirle nonostante tutte le intimidazioni. Mi raccomando, ricordatevi che è in edicola l’intervista nascosta di Paolo Borsellino con le telefonate tra Berlusconi e Dell’Utri a proposito degli attentati attribuiti a Mangano e ricordatevi anche che adesso, dalla fine di quest’anno e con l’inizio del prossimo, c’è sul blog di Grillo la possibilità di acquistare il Democrazya, cioè democrazia scritto con il crazy, che è una specie di riassunto dell’anno 2009, dell’anno politico del 2009 con pezzi di Passaparola e, soprattutto, filmati di attualità sui principali avvenimenti dell’anno che si sta concludendo. Passate parola e buona settimana. " xxx
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