Ven. 28.09.2012 - Dal sito de "il Fatto Quotidiano", un post di Bruno Tinti (28.09.2012).
“A Roma si dice che uno è “de coccio”; significa che gliela puoi spiegare in 100 modi; che può trovarselo scritto in 100 libri; ma lui della sua idea resta.
Così sta succedendo per il ministro Clini. Il problema sempre quello è: il governo è una cosa e la magistratura un’altra. Ognuno ha le sue competenze. Clini deve controllare che l’ambiente venga rispettato ed emanare gli opportuni decreti e autorizzazioni perché chi svolge un’attività che potrebbe danneggiarlo adotti le misure necessarie per tutelarlo.
La magistratura deve verificare che decreti e autorizzazioni siano rispettati e che l’ambiente non sia avvelenato; se necessario deve processare i responsabili. Inoltre, se non si tratta di un singolo episodio, ma di una situazione stabile con conseguenze dannose perduranti, deve sequestrare l’oggetto che avvelena l’ambiente: così, da quel momento in avanti, l’avvelenamento cessa. Detta così sembra semplice ma, evidentemente, per C&C non lo è.